Il secondo motore più piccolo del mondo (1954)


«Questa del «motore più piccolo del mondo» è una bella storia di pazienze certosine e di faticose precisioni microscopiche che si potrebbe far risalire per lo meno al 1937. Fino a quell'anno il motore più piccolo del mondo era conservato nel museo della LG.E. Co. di New York e pesava circa due grammi.

Fu nel '37 che Amedeo Tomassini, un abruzzese residente a Rieti, portò a termine la costruzione di un motore elettrico del peso di 16 centrigrammi [ ... ]. Ecco però nel' 40 lo svizzero Huguenin che metteva in circolazione un motore del peso di 6 centigrammi che, pur essendo di costruzione nuda e pur non riproducendo in tutti i particolari i grandi motori, poteva però dirsi il motore più piccolo del mondo. Si era già iniziata la guerra e per alcuni anni non si parlò più della cosa. Nel '49 però il Tomassini iniziava la costruzione di un nuovo motore elettrico, completo in tutti i suoi particolari, e che alla fine doveva risultare del peso di 4 centigrammi (la venticinquesima parte di un grammo).

Il lavoro del Tomassini, estenuante lavoro di precisione al microscopio, è finito da poche settimane ed ora il «motore più piccolo del mondo» è lì, sul suo tavolo a suscitare la stupita meraviglia di quanti si recano a fargli visita. Più piccolo della capocchia di un cerino, con le sue dimensioni di 2 mm. X 2 mm., costituito di ben 137 pezzi, rifinito in tutti i particolari, fin nella targhetta esterna dove sono state incise 60 fra lettere e cifre, capace di funzionare ininterrottamente anche perché privo delle solite spazzole che si trovano in altri motori elettrici e che rapidamente si deteriorano, il gioiello meccanico di Tomassini ha per la verità bisogno, per essere ammirato nei suoi particolari, di essere visto attraverso una buona lente di ingrandimento.

Il costruttore ci informa che se non vi fossero alcuni pezzi - superflui per il funzionamento - che egli ha però voluto inserire nel motore per completarlo ed abbellirlo, se le parti esterne non fossero - come sono - di metalli preziosi, il peso si ridurrebbe a soli due centigrammi. Vederlo funzionare, vederlo cioè azionare il minuscolo volano inserito alla estremità del suo asse, sembra addirittura miracoloso.

Per i tecnici diremo che le caratteristiche del motore sono le seguenti: volt 0,5, giri 3000 a 50 periodi" statore lamellare a 6 matasse con 240 spire. Indotto lamellare a gabbia di scoiattolo elicoidale.

 

(da Paese Sera, 22 gennaio 1955, p. 5)



«Il motore [ ... ] inoltre non ha bisogno di lubrificanti, poiché il suo asse ha la massima durezza e gira su rubini speciali i quali non subiscono alcun attrito, ove si pensi all'esiguo peso che vi poggia.

Il motorino è dotato esternamente di sei perni di appoggio per lo smontaggio dei coperchi, di 5 prese di corrente (delle quali due di riserva per entrata diretta, essendo fornito di due valvole interne di sicurezza), di due targhe di platino per le diciture come nei normali motori e di un anello per il fissaggio su colonnina. Per non dire di altri 2 rubini esterni di cui uno reggispinta ed uno di protezione alla parte uscente dell'asse».

 

(da Il Messaggero, 17 dicembre 1954, p. 5).